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“Mai potrò dimenticare quella strada dell’East Side dove ho vissuto da ragazzo: distante un isolato dalla famigerata Bowery, era un canyon di caseggiati guarniti di scale di sicurezza, lenzuola e facce.

Facce, facce alle finestre dei caseggiati. Che inesauribile, immensa miniera di emozioni, la strada! Non si addormentava mai. Ruggiva come un mare in tempesta. Esplodeva come una girandola di fuochi artificiali. La gente si urtava, discuteva per la strada. Eserciti di venditori ambulanti spingevano urlando i loro carretti. Donne strillavano, cani abbaiavano e si accoppiavano in mezzo alla strada. Bimbi piangevano. Un pappagallo bestemmiava. Marmocchi cenciosi giocavano tra le zampe dei cavalli. Grasse massaie si prendevano per i capelli, da una porta all’altra.

Un mendicante cantava. Magnaccia, giocatori e ubriaconi sfaccendati; politicanti, pugili in canottiera; buontemponi striminziti, allampanati facchini del porto in tua. Le madri dell’East Side dagli eroici seni spingevano spettegolando le carrozzelle coi bambini. I tram a cavalli passavano strepitando. Un calderaio picchiava sul rame. I robivecchi scampanellavano insistenti. Turbini di polvere e di giornali. Le prostitute ridevano stridule. Un predicatore passava, un rigattiere ebreo dalla lunga barba candida. Monelli ballavano intorno all’organetto. Due vagabondi sonnacchiosi si tenevano su, spalla a spalla. Agitazione, sporcizia, botte, confusione. La voce della mia strada si levava come lo scoppio di un gran carnevale o di una catastrofe. Quel rumore mi riempiva le orecchie. Perfino in sogno lo udivo, ancora oggi ne sento l’eco.” 

 

NewBowery nasce con la stessa intenzione per cui è stato scritto questo pezzetto di libro: mettere in luce tutte quelle facce che ci passano vicino e che ormai nemmeno notiamo. Cercando anche di far venire fuori quello che queste facce si portano dentro, come sono, cosa gli piace fare, dove gli piace andare, se sono felici o se sono tristi.
Vorrei che questo progetto ricreasse una nuova Bowery, un nuovo East Side riuscendo a racchiudere in se più volti e personalità possibili.
A livello pratico e materiale invece mi sono lasciato spingere da un’altra voglia che ho sempre avuto, ma che per motivi logistici è sempre stata impossibile da soddisfare: 
Io adoro fare foto alle persone per strada e quando succede che sono molto soddisfatto dello scatto che mi è venuto vorrei condividerlo con il soggetto che ha fatto in modo che tutto questo succedesse, come una sorta di ringraziamento. Per questo motivo chi entrerà a far parte di questo progetto non vedrà il suo ritratto soltanto da un triste monitor di computer, ma da una cornice che potrà mettere dove gli pare. Ogni pezzo sarà unico e numerato, stampato soltanto una volta per sottolineare l’unicità di ogni individuo.
 
Spero che l’idea vi piaccia e se vi incuriosisce e siete interessati a farne parte contattatemi pure. 

Ebrei senza denaro - Michael Gold

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